Il Battista ed Erode   (Pagine 0 )      Fonte : Albo Artistico Napoletano - 1853

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}} \viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 IL BATTISTA ED ERODE \par Quadro di Vincenzo Morano \par \par Quando si ha l\rquote animo creato a sentire il bello e si sta davanti alle opere di arte, non si pu\'f2 far a meno di considerare l'alta dignit\'e0 del ministero cui \'e8 chiamato l'artista, il quale, animato dalla scintilla del genio, giunge a dar vita ad una rozza tela, o ad un informe pezzo di marmo ! Ed in Vero la pittura e la scultura sono quelle arti divine, che ci fan conoscere esser l\rquote uomo di grandi cose capace, che gli danno il potere d'imitare ed ingentilir la natura, e gli concedon financo il dono della creazione! A tanto io pensava nell\rquote osservare nella Reggia di Capodimonte un gran dipinto, che attrae gli sguardi di quanti hanno 1'agio di ammirarlo, manifestando agli animi un bello accompagnato da tanta verit\'e0, che invita i riguardanti a benedir la mano dell' artista che ce l'ha dato. Il quale assunse il difficile carico di rappresentare su quella tela la prima parte di un' orribile ed esecranda scena, che si andava preparando ne' sontuosi palagi del Tetrarca di Galilea. \par Ei raffigur\'f2 in una sala sostenuta da grosse colonne di porfido e riccamente addobbata con gusto asiatico, il Precursore di Cristo alla presenza di Erode e di Erodiade, tramendue assisi sul seggio reale ornato di un gran panno verde e fornito di cuscini di broccato d'oro e di tappeti orientali. Il Battista, in portamento severo , e nel momento d' intuonare ad Erode il \'ab Non licet Tibi habere uxorem fratris tui \'bb mentre col gesto del diritto braccio impose alla invereconda donna di uscir di quel luogo. Il volto del Re gi\'e1 mostra esser tocco da quelle tremende parole che tutta gli han fatta sentire la gravezza del suo peccato. Erodiade sbigottita all'aspetto del ministro di Dio, cerca comporre colla diritta mano il cadente velo sul nudo suo petto , e poggia mollemente la sinistra sul braccio di Erode, piegando anche verso di lui la persona, come per ammaliargli il cuore a non farlo cedere a' rimproveri del Battista. Al quale dirige nel tempo stesso sguardi minaccevoli e sdegnosi da quel volto, le cui attrattive aggiunte a' lusinghevoli modi della danzatrice Figliuola saziaron alfine l\rquote insano furore dell' incestuosa donna, e fecero \par \'ab Maledir la lasciva arte del ballo \par \'ab Che valse il capo d'un si gran Profeta. \par Le tre descritte figure, che formano tutta la rappresentazione, sono assai ben composte, e disegnate con gusto e diligenza grande; l'impasto de' colori nelle carni e la stupenda ripartizione de' chiari e degli scuri produce quell'accordo e quell'effetto cos\'ec dolce e cos\'ec soave, che incanta l\rquote occhio di chi guarda, e lo trascina coll' immaginazione a' tempi de' Caracci , alla cui maniera tanto si avvicina lo stile di questo dipinto, col pregio del castigato disegno della scuola Romana. Chi si fa ad osservare molto dappresso il quadro vedr\'e0 con quanta di sobriet\'e0 ingegnosa sono adoprati i colori, e con quale franchezza di pennello son tratteggiati i diversi piani delle tinte, dal che si ottiene la forza e la robustezza delle figure. II cuscino su cui poggiano i piedi Erode ed Erodiade, ed il tappeto sottoposto sono dipinti con tanta verit\'e0 da recar meraviglia a chicchesia. \par In quanto alla espressione dello figure, troviamo ottima quella dell\rquote Erode; quella dell' Erodiade poi oltremodo sorprendente, appalesando costei nel tempo stesso due passioni diverse, odio negli sguardi, e la seduzione nelle movenze: cosa in ante assai difficile ad ottenere. Il solo S. Giovanni non ritrae abbastanza della sua divina natura, e come protagonista del quadro ci sembra non convenientemente collocato di profilo; ci\'f2 non pertanto l\rquote insieme di questa figura \'e8 bellissimo, essendo studiato con giudizio sopra antichi modelli. Alcuni vorrebbero trovare il braccio diritto del Santo un po\rquote corto, senza por mente quel braccio sta in difficilissimo scorcio, che pu\'f2 solo spiegarsi con la prospettiva lineare da chi \'e8 molto addentro nell\rquote arte. Altri poi vogliono osservare che l'artista ha nascosto la sinistra mano ed il piede dell' Erode sotto il manto reale, come per risparmiar la pena di ritrarli: ma io pi\'f9 tosto ne trovo la cagione nulla monotonia, che l'artista ha voluto evitare. Debbo intanto confessare che mi \'e8 spiaciuto vedere quel viluppo prodotto dalla mano del Re ravvolta nel mantello, che per verit\'e0 non mi finisce gran cosa. Ma piccioli difetti nulla tolgono al merito del valentissimo mio compaesano sig. Vincenzo Morano da Polistina in Calabria, il quale fece quest'opera quando di poco varcato avea il quinto lustro dell'et\'e0 sua, e nel tempo del suo pensionato in Roma sotto la direzione dell' illustre Camuccini. E degnissimo egli \'e8 di gran lode per aver cosi bene messo a profitto il suo fervido ingegno nella prima giovent\'f9, e per essersi approfondito ne'sodi principii della pittura coll'indefesso studio sulle opere degli antichi maestri venerandi dell'arte italiana, de' quali Si mostra cotanto ammiratore e non tralascia di seguirli, siccome le molte pregevolissime opere fatte da lui da quel tempo a questa volta lo provano abbastanza e mostrano il rapido progredimento ottenuto nella via del ben fare: ci\'f2 che torna ad onore dell\rquote egregio dipintore e della nostra scuola napolitana. \par Stanislao D' Aloe\~\~\~\~ \par }